Le cose belle non si fanno in fretta

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E’ proprio vero che le cose belle non si fanno in fretta, come nel lavoro artigianale di un fotografo, dove prevale la passione.

Vi racconto la storia di una domenica mattina di cinquanta anni fa circa, io avrò avuto 3/4 anni, mentre mia mamma aspettava di andare alla messa delle nove, mio babbo si accorse che due piccioni tubavano sul tetto del garage, così corse a prendere la macchina fotografica e in silenzio si avvicinò più possibile ai “soggetti”, erano circa le otto e mezza…

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Inizio del corteggiamento da parte di “lui”…

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“lei” in un primo momento non ci sta…

Sei scatti in sequenza uno dietro l’altro! , si avete capito bene, sei scatti in sequenza e non 600 o 1000 come usa fare da “i fotografi” di oggi per poi andare a sceglierne sei.

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Bacini…

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Bacini…

Sei scatti, aspettando, con pazienza e dedizione, che i soggetti si muovessero e assumessero posizioni significative.

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L’atto…

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Et voilá…

Andammo alla messa a San Pierino perché era l’ultima della mattina a mezzogiorno.

Scattati a mano libera con una PETRI FT obiettivo focale 180mm, pellicola diapositiva AGFA CT 18. Tuttora mio babbo è gelosissimo di questa sequenza, ai tempi, per lasciarla intera, sviluppò la pellicola senza montarla su i telaietti.

Nel 2005 ho scansionato sia la sequenza che fotogramma per fotogramma, per poterci fare un calendario pubblicitario per la nostra ditta.

Ora sono esposti in bellavista all’interno del nostro negozio, nel formato 30×40 stampati su cibacrome.

L’Importanza della Fotografia

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Per il I° Maggio sono stato chiamato dall’amica Cristina a documentare il 50^ Anniversario di attività dello storico “Ristorante Genovini” aperto nel 1968 da suo babbo Dino, ed ora gestito da lei e suo fratello.

Devo dire che è riuscita una bella festa con tanta affluenza di persone di ogni età, proprio perché in cinquanta anni ce ne sono passati di clienti a mangiare.  Complimenti  per la buona riuscita e auguri per gli anni a venire.

Ma voglio sfruttare questa occasione per parlare dell’importanza della Fotografia, visto che appena sono arrivato stavano sistemando un cartellone (tra l’altro gli avevano dato la forma architettonica dello stesso ristorante) dove erano esposte vecchie fotografie sia in bianco nero che a colori. 

Man mano che la serata entrava nel vivo, tra uno stuzzichino e l’altro, le persone facevano capannello davanti al tavolo dove erano esposte fotografie dai colori ingialliti dal tempo che ritraevano bambini di quei tempi che oggi sono quarantenni.

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50° Genovini_010518_0087Ecco a cosa serve la Fotografia stampata,  a conservare ricordi, ricordi di qualsiasi genere. Fino a quando non è arrivata la “fotografia digitale”, nelle nostre case ci sono sempre stati cassetti o scatole dove erano custodite vecchie fotografie scattate in negativo e stampate, magari su carta baritata, ritraenti i nostri nonni o addirittura bisnonni, o eventi, compleanni e momenti di convivialità.

Purtroppo, e lo dico a malincuore, in questi ultimi anni avremo un ” vuoto di memoria fotografica” non indifferente, dovuto al cattivo uso della Fotografia,  abituati a fare  miliardi di scatti  “virtuali” , con i nostri cellulari iper tecnologici, che servono solo nell’immediato per darli in pasto ai social network e poi un minuto dopo già dimenticati rimarranno “chiusi” dentro le memorie di cellulari che nel frattempo sono diventati obsoleti e vecchi  da buttare e sostituire con il modello di ultima generazione , e così le nostre fotografie andranno perse ancor prima di essere stampate e  viste tra le nostre mani.

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Quindi vi inviterei a fare mente locale, e magari dei cento scatti fatti durante il compleanno di vostro figlio provare a fare una scelta e stamparne 15/20 fotografie  su carta fotografica in modo da conservare nel tempo in modo sicuro quel momento, cosi che i nostri nipoti aprendo i cassetti o una vecchia scatola da scarpe potranno trovare ancora dei Ricordi.

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Canon Canonet QL 17

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Trovata su uno scaffale con la scatola ancora da aprire, questa era una delle compatte a pellicola di Canon con mirino a telemetro, ancora costruita tutta in metallo e con le ottiche in vetro, questo si percepisce dal suo perso appena la si prende in mano.

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Che già dalla sigla faceva presumere che era di qualità, dove il 17 era sinonimo di un obiettivo luminoso infatti montava il 40mm f1.7

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Mentre QL stava per Quick Loading ovvero un sistema di caricamento veloce e sicuro della pellicola, dato che hai tempi era il primo problema, quello di essere sicuri di aver agganciato la pellicola.

Scatti su Pellicola

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Durante la sessione di riprese con Deia che abbiamo fatto a Lajatico al Teatro del Silenzio mi son portato dietro una delle mie Hasselblad con lo Zeiss Planar 80mm f 2,8 e un paio di pellicole Fuji, così ho approfittato per fare un po’ di scatti tanto per ri-prendere la mano all’inquadratura con il pozzetto e abituarmi di nuovo al formato quadrato.

Devo dire che è ancora affascinante il  “rumore” del meccanismo per sollevare lo specchio, ricordi che mie ero dimenticato ma che mi son tornati subito in mente dopo i primi scatti.

Qui di seguito vi metto alcuni scatti che ho scansionato senza alcun “intervento digitale”

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A San Gimignano con Ana

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I primi giorni di Febbraio con Ana siamo andati a fare un giro a San Gimignano, giornata fredda ma bella considerando il periodo dell’anno, comunque siamo riusciti a fare qualche scatto come al solito…

In questa occasione mi son portato dietro oltre alla mia Canon 5d MkII con il 50mm f1,2, una vecchia Polaroid Automatic 350 Land Camera, che tempo fa sono riuscito a rimettere in funzione, ho usato pellicole Fuji FP100C Silk, e alternandola alla Canon, mi sono divertito a fare qualche scatto, qui potrete vederne alcuni (naturalmente sono scansioni delle fotografie originali) solo dopo mi sono accorto che entra un baffo di luce, niente male, fa parte della fotografia analogica.

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www.francescosgherri.photography

 

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