Decalogo del Fotografo di Matrimonio

Una delle maggiori difficoltà dei fotografi professionisti, e in particolare quelli di matrimonio che hanno a che fare con una “concorrenza” sempre più accesa (da parte di persone che durante la settimana fanno altro, da dilettanti allo sbaraglio, da una tecnica fotografica che riesce a “riparare” a molti errori e difetti), è quella di “giustificare” il motivo di far spendere (più) soldi per un servizio di qualità.
Purtroppo anche il simpatico sarcasmo di articoli come questo, che giovano e provocano (a fin di bene) per spiegare quanto sia importante un fotografo professionista rischiano di ottenere un effetto opposto, specialmente in un Paese come il nostro dove la questione è vissuta in modo ancora più drammatico.
Abbiamo preso questi insensati e spiritosi 8 punti (scritti per ironia, lo confermano anche le foto pubblicate, come l’improbabile sposa), e li abbiamo trasformati in un decalogo al contrario (quindi, ne abbiamo pubblicati 10 di punti, un decalogo è fatto di 10 punti, così fa più scena formale) 😉
Questo decalogo dice cose se vogliamo anche ovvie, ma siamo convinti che sia necessario ribadirli: non a noi, ma ai clienti. Serve fare comunicazione, far capire alle persone (che non sono stupide, ma che sono fuori dal nostro mondo) quello che vale davvero la professionalità di un fotografo nei “momenti importanti”. Quando avremo un mercato più “maturo” forse potremo anche fare ironia, ma a “casa nostra” purtroppo in tanti prenderebbero questa ironia come qualcosa di vero.

(in corsivo le “accuse” che sono state fatte nell’articolo “incriminato”, sotto la verità dei fatti, visto da parte dei fotografi professionisti.)

Dedalogo:

1) Noleggiare le stesse fotocamere e obiettivi che usano “i professionisti”

1) Non è la fotocamera che fa “le belle foto”
Un professionista non è tale se usa fotocamere di alta qualità. Le usa perché ne conosce le differenze, perché sa usarle, perché sa trarne il massimo in termini di qualità. Potrebbe fare foto altrettanto bellissime usando un cellulare o una compatta, ma sceglie di usare (quasi sempre) quelle di alto livello per garantire “professionalità”. Un professionista con una fotocamera amatoriale sarà sempre un professionista, un dilettante con una fotocamera professionale sarà sempre un dilettante.
2) Noleggiare treppiedi, softbox e memory Card 
2) Gli accessori servono SOLO se servono. Quello che serve è la testa, e non è noleggiabile
Quando vedete un “fotografo” che usa tanti accessori, non considerate questa necessariamente una dimostrazione di qualità o competenza. Eccellenti fotografi prediligono la semplicità, altri la complessità, ma è anche vero che molti pessimi fotografi si complicano la vita con strumenti e accessori tecnici, invece che usare l’accessorio principale: la testa e la sensibilità. Alcuni fotografi fantastici nemmeno sapevano caricare la pellicola nella fotocamera… ma non per questo erano meno geniali.
3) Reclutate due amici o due studenti per scattare le foto per voi
3) Parenti, amici, studenti: tutti possono scattare belle foto, ma un servizio di matrimonio richiede molto di più che “un dito” e tanti “click”. 
C’è una storia da raccontare, c’è da essere presenti e nella posizione giusta per cogliere ogni momento importante. Perché i momenti di un matrimonio non hanno il replay e non ritornano mai più.
4) Tutto quello che c’è da imparare lo si può trovare in qualche video tutorial o in qualche libro
4) L’esperienza sul campo non è scritta da nessuna parte
Un bravo fotografo di matrimonio è chi ha fatto (tanta) esperienza sul campo, non chi legge libri o guarda qualche tutorial. Non si tratta di “tecnica”, anche se ce ne è tanta nella fotografia di qualità; si tratta di trasferire emozioni e costruire ogni immagine con cura, sapienza, creatività. Non si impara leggendo, e nemmeno guardando qualche “consiglio degli esperti”. Lo si ha nel cuore, e non è trapiantabile.
5) Scattate ovunque, tantissimi scatti al secondo: catturerete tutto quello che serve
5) Pochi scatti, la perfezione arriva dalla progettazione
Non serve scattare tante foto, e specialmente non serve a nulla “sparare” raffiche: per quanto veloce può essere una fotocamera, l’attimo perfetto sarà sempre tra uno scatto e l’altro. Solo la sensibilità di capire quando scattare porta al giusto risultato, che non è mai un caso. Il fotografo professionista deve essere sempre pronto all’attimo “fuggente”, ma si tratta di un ingrediente che semmai si aggiunge: in ogni caso non è mai un caso, ogni foto deve essere perfetta perché pensata, studiata, attesa.
6) Photoshoppate le foto, così diventeranno belle!
6) La bellezza di una fotografia nasce in fase di scatto
Non ci sono brutte foto che possono diventare belle immagini, con nessun software. Belle foto possono diventare foto eccezionali con l’accurato uso di Photoshop, ma bisogna avere pari sensibilità sia in ripresa che in post produzione (e la sensibilità non è inclusa nemmeno nella ultima release del software e mai lo sarà). Molti pensano che si possa sopperire ad una pessima fotografia con un intervento tecnico di un software, ma non è vero e – per di più – il tanto tempo della post produzione invece che portare ad una migliore immagine viene dedicato a “correggere errori”. La foto perfetta è frutto di un lavoro che porta dal buono all’eccellente, altrimenti è solo tempo perso.
7) Archiviate tutte le vostre foto online su un servizio di sharing
7) Privacy e sicurezza per le immagini: priorità assoluta
Una delle maggiori responsabilità di un fotografo professionista è quello di garantire la massima sicurezza per le immagini dei clienti. Oggi e sempre. Questo significa sistema di archiviazione affidabili dal punto di vista della ricercabilità (trovare le foto archiviate), del backUp (usare sistemi sicuri che possano garantire la protezione dei dati in qualsiasi situazione, anche improbabile), dell’usabilità dei formati (i formati di salvataggio delle immagini variano nel tempo, è necessario aggiornarli). In più, le immagini sono un bene prezioso dal punto di vista della privacy: un professionista garantisce che nessuno avrà mai accesso alle immagini di un cliente, se non richiesto esplicitamente.
8) Stampate le foto usando servizi a basso costo (tanto nessuno se ne accorge).
8) La perfezione della stampa.
Oggi – più che mai – stampare è un processo che richiede la perfezione. Si stampa per avere un’esperienza tattile, emotiva, coinvolgente, non come in passato che “bisognava stampare per vedere le foto”. Non ci può essere quindi un compromesso qualitativo: i monitor dei computer, dei tablet, degli smartphone sono così belli e brillanti che la stampa richiede una qualità eccezionale. L’album dei ricordi è tale se riesce non solo a contenere immagini stampate, ma offre un’esperienza fantastica… tutta da guardare e da toccare. Ridurre questo impatto è come tradire un patto tra fotografo e cliente.
9) Per raccontare una storia bisogna essere dei narratori
Tutti possono fare belle foto, ma per raccontare una bella, appassionante, coinvolgente storia servono ben più che delle “parole”, lo stesso vale per un servizio fotografico. Il bravo fotografo professionista non è quello che, per caso, riesce a fare una bella foto. E’ quello che coinvolge le persone e le porta a seguire un percorso fatto di emozioni, narrate con stile, personalità e un percorso immersivo.
10) L’unico costo che rimane di un matrimonio sono le fotografie
Pensateci bene: il banchetto del matrimonio dopo poche ore non c’è più, il vestito viene messo in un armadio e mai più indossato, gli inviti finiscono nel cestino o in un cassetto troppo profondo per ritrovarli. Le emozioni, le persone, i sorrisi si diradono nella mente, e l’unico modo per mantenerle vive sono le fotografie. Eppure, spesso il costo di eccellenti fotografie viene considerato più superfluo di altre cose, della cerimonia: l’unica che davvero rimane…
fonte:Jumper.it con licenza Creative Commons 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0)

Progetto Icone Rock


A Giugno, sulla scia pubblicitaria “sarà tutta un altra musica” per l’inaugurazione del mio nuovo negozio, ho chiesto a Walter di darmi una mano pensando al concept, cercando dei “personaggi” che potevano avere un minimo di somiglianza, abbiamo riprodotto alcune “icone” della musica Rock, truccandoli a dovere e vestendoli abbastanza simili, siamo riusciti a realizzare questo nuovo progetto, anche con l’aiuto di Valentina (MUA) per il trucco e Roberta (Hair Stylist) per il parrucco.

Ottenendo come risultato 5 fotografie simili a le star originali.

Dopo essere state esposte nel mio studio, e in contemporanea da Alberta Boutique e da Roberta Style, ho deciso che poi, a inizio inverno, le avrei esposte al DeCris Pub di San miniato per tutto il mese di Ottobre.

Ebbene in questi giorni con l’aiuto di Deliano abbiamo istallato le fotografie (60×90) è appeso al soffitto le “riproduzioni” delle copertine dei vinili 33 giri, stampando da un lato la foto originale e dall’altro la nostra riproduzione.

La sera del 1 di Ottobre abbiamo fatto una piccola inaugurazione, invitando gli amici: Andrea (Bob Dylan), Emanuele (Jimmi Hendrix), Giovanni, (David Bowie) Simone, (Jim Morrison) è mancata solo Giulia (Patti Smith)…
Abbiamo sbocciato una magnum di Ferrari per fare un brindisi propositivo tutti insieme…
Alla fine di questa esposizione, consegnerò a gli amici che si sono prestati, la propria foto.
Essendo un “Progetto Aperto” ci sono già due ipotetiche icone da realizzare…

con Giulia non abbiamo scattato…

Solo a titolo informativo:

Giulia, (nome fittizio), l’avevo sempre vista dentro al negozio dove lavora…


Poi un giorno, navigando su Facebook, ho incrociato il suo profilo, e così abbiamo approfondito la nostra conoscenza (virtuale)….

chattando… chattando, ormai non parliamo più con le persone guardandole negli occhi, (e questo non è per niente un buon segno), ci siamo organizzati per fare due scatti insieme.

Lei era ancora in ferie, aveva un collegamento da smartphone quindi la nostra “conversazione” non era sempre continua, comunque abbiamo deciso il periodo e i giorni che potevano essere liberi per entrambi.

Poi, sempre tramite FaceBook e WhatsApp abbiamo finito di pianificare la nostra mattinata fotografica, definendo sia la location, che per motivi di tempo sarà solo in esterni, sia cosa dovrà portare come cambi…
Appuntamento a Lunedì mattina ore 9:00…

Con oltre 40min di ritardo, (questo non è buon segno, sia per mancanza di rispetto altrui, sia per il poco interesse che ha dimostrato di avere per questo shooting), arriva accompagnata da un amico, che, tra l’altro si è dimostrato gentile e ha capito la situazione, che vorrebbe portare con se, io le spiego tranquillamente che quando la persona da ritrarre non è una “modella professionista”, preferisco lavorare da solo con lei, in primo luogo per dare il giusto tempo alla persona di prendere confidenza con la fotocamera e poi poter instaurare un buon rapporto tra fotografo e soggetto, quindi per ovvi motivi di distrazione, disagio o imbarazzo preferisco scattare da solo, tanto più che per Giulia e la prima volta che posa davanti ad un obiettivo. 

Così decidiamo di non scattare e ci salutiamo…


Preferisco perdere un lavoro prima di rischiare di realizzare un book mediocre, sarebbe controproducente sia per me che per la ragazza che non sarebbe soddisfatta delle sue fotografie. 



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